Come arrivare:
Uscita A25 Cocullo
Stazione ferroviaria Cocullo
Aeroporto d’Abruzzo
Momenti indimenticabili:
Scanno - Il nome del comune pare sia stato coniato dai romani che a seguito della loro occupazione, notandone la conformazione, lo chiamarono scamnum da scanno cioè sgabello, poiché il colle su cui decisero di fondare la città somigliava ad una piccola panca. L’occupazione romana è testimoniata da una lapide, attualmente conservata nel Museo della lana, che plausibilmente la identifica come località di soggiorno dei nobili romani. I romani non furono i primi a scoprire questo territorio perché fu abitato già in età preromana lungo il corso del fiume Carapale (affluente del fiume Tasso); a testimonianza di ciò sono state rinvenute in loco alcune statuine di Ercole clavato e bovini in terracotta (IV sec. C.). Mentre tra la fine dell’età del bronzo e l’inizio dell’età del ferro (IX sec a.C.) ci sono pervenuti dei ritrovamenti nei pressi del Lago di Scanno e diverse tombe nella valle del Carapale. Dopo il periodo romano e con l’arrivo dei barbari nella penisola italica, la cittadina di Scanno, ebbe la fortuna di non subire danni grazie alla barriera naturale dei monti che crearono una vera e propria struttura difensiva. Purtroppo, però non accadde lo stesso con le successive occupazioni saracene e ottomane. Pare che durante questo periodo la cultura orientale lasciò il segno sull’abbigliamento femminile che assunse colori più sgargianti e adottò un copricapo dalla forma simile a quella dei turbanti. Durante il medioevo il borgo passa da un feudatario all’altro ma è tra il Seicento e l’Ottocento che Scanno ottiene un primato che continua ad identificarla ancora oggi, la tessitura degli abiti femminili, grazie alla nascita e diffusione dell’industria della lana e dell’arte tintoria.
Anversa Degli Abruzzi – Grotte del Sagittario. La storia di Anversa inizia durante il medioevo anche se sono state rinvenute delle tombe in un’area non lontana il comune che è identificata come Necropoli Coccitelle. Questa area archeologica presenta varie grotte con i resti di circa 50 tombe a lastroni di popoli preromani risalenti all’età del Ferro che vennero sicuramente dominati dai romani a seguito della guerra Italica. Il periodo medievale vide la coniazione del nome della cittadina che deriva dalla posizione del borgo verso la valle del fiume Sagittario (Ad amnen versus cioè di fronte a, nelle vicinanze). Durante questo periodo fu dominata dai Normanni che edificarono il castello, di cui oggi si possono ammirare solo dei resti, e l’intero borgo dalla particolare conformazione a “nido d’aquila”, tanto che oggi rientra nella lista dei Borghi più belli d’Italia. Furono proprio queste rovine che in epoca moderna affascinarono il grande poeta Gabriele D’Annunzio che durante un suo soggiorno scriverà l’opera teatrale “La fiaccola sotto il moggio” (la fiaccola è proprio il castello che appare sotto forma di fiammella ai visitatori). Per il soggiorno di D’Annunzio e per la presenza di un ambiente naturale da mozzare il fiato, Anversa è oggi conosciuta per la riserva naturale delle Gole del Sagittario. Quest’ultima è un’area naturale protetta che comprende il percorso del fiume Sagittario ed è stata istituita nel 1997. Questa meravigliosa area è la casa di molti animali selvatici (lupi, falchi, gufi, ed il famoso orso marsicano) ed è conosciuta da diversi secoli, tanto che durante la metà dell’Ottocento fu meta di passaggio di alcuni viaggiatori inglesi che la descrissero come paurosa e bella allo stesso tempo. Oggi è curata dal WWF ed è anche conosciuta come Parco Letterario “D’Annunzio” per via degli eventi culturali organizzati durante l’anno (letture, eventi teatrali ed eventi musicali). All’interno della riserva possiamo trovare un giardino botanico, un museo e un’area pic-nic. Oasi aperta tutto l’anno ed a ingresso libero e gratuito. Le visite guidate sono a pagamento e su prenotazione
Castrovalva - E' una frazione di Anversa degli Abruzzi da cui dista circa 5 km. Essendo un piccolo centro la sua storia è scandita da un susseguirsi di passaggi di proprietà di barone in barone. Il fascino di questo borgo consiste nell’essere un centro fortificato immerso nella natura, le cui antiche abitazioni in pietra sono oggi in uno stato di semi abbandono contribuendo a creare quel tipico fascino di tempo sospeso più unico che raro. Infatti, in epoca moderna divenne meta dell’artista olandese Escher che era alla ricerca di scorci inusuali da cui trarre ispirazione per le sue opere. Oggi il comune ha deciso di intitolare un tornante all’ingresso del centro cittadino “Girone M.C. Escher” per ricordare il punto esatto in cui è possibile rivedere la prospettiva ritratta in una delle sue litografie.
Sulmona - Città famosa per aver dato i natali al famoso poeta Ovidio nel 43 a.C. il quale afferma che la fondazione della sua città sia in qualche modo legata alla distruzione di Troia in quanto il nome di uno dei compagni di Enea era Solimo. Durante l’epoca romana fu purtroppo distrutta da parte di Silla a seguito di una ribellione dei cittadini contro Roma ma fu ricostruita una trentina di anni più tardi. Ai piedi del monte Marrone oggi possiamo ammirare i resti della Sulmona romana attraverso testimonianza di un tempio (Santuario di Ercole Curino) e di tracce di un’abitazione che secondo la leggenda sarebbero i resti della villa di Ovidio. Durante il governo degli Svevi e degli Angioini visse il suo periodo più florido infatti la città conserva diverse testimonianze artistiche del periodo medievale e rinascimentale nonostante molti edifici furono rimaneggiati in epoca barocca. Esempio tra tutti è il duomo di San Panfilo che fu eretto tra il 1078 e il 1119 ma ha un interno barocco risalente al 1726 con portale d’ingresso in stile gotico e cripta in stile romanico. Come questo anche altri edifici hanno la medesima caratteristiche di possedere diversi stili. Di particolare interessa è il Museo Civico Santissima Annunziata che ospita le sezioni di archeologia, arte medievale e moderna con sculture, dipinti e arte orafa, una sala con una domus romana ed una sezione per il costume popolare abruzzese – molisano e la transumanza.
Corfinio – Abbazia di San Pelino. Questo comune ha cambiato diverse volte il suo appellativo, il suo antico nome fu Corfinium, nel periodo romano divenne Pentima e nel Medioevo fu Valva, solo nel 1928 ha preso il nome che noi tutti conosciamo oggi, riprendendo la sua antica versione. Dal punto di vista storico l’evento più significativo è la sua elezione a capitale della Lega Italica durante la guerra sociale scontro Roma, in questo periodo fu utilizzato il termine Italia per la prima volta e coniata persino una moneta d’argento con tale iscrizione. Dopo la sconfitta romana, con conseguente distruzione, il centro venne progressivamente ricostruito seguendo la planimetria tipica dell’epoca medievale (di questo periodo è la Basilica di San Pelino, la costruzione più importante del borgo). Agli inizi del Settecento un terremoto devastò distruggendo gran parte del borgo medievale compresa la Basilica che, data la sua importanza simbolica, fu ricostruita mantenendo all’esterno l’antica forma ma all’interno fu rinnovata con le contemporanee forme barocche. Una figura molto importante per questo luogo è il filologo Antonio De Nino a cui è intitolato il Museo Civico Archeologico; egli si occupò di ricostruire l’antica storia di Corfinio finanziando campagne di scavo. Molti dei reperti rinvenuti divennero parte della sua collezione privata ed oggi rappresentano il cuore dell’esposizione museale. Il nome di questa località ha ispirato il famoso liquore abruzzese Corfinio Barattucci nato dalla sapiente mente dell’alchimista Giulio Barattucci che, nonostante i natali di Chieti, volle donargli una sorta di solidità e regalità attribuendogli il nome della antica capitale italica, orgoglio abruzzese. Da non dimenticare gli apprezzamenti del poeta D’Annunzio che lo definì “l’odoroso liquore teatino” dal colore “giallo – oro” e dalla caratteristica “forte e gentile” come le genti d’Abruzzo.
Popoli - Nell’area del comune sono stati OPOrinvenuti insediamenti risalenti al Paleolitico ed al Neolitico ma come tutta l’area della regione è stata abitata dalla popolazione dei Peligni prima ancora dell’arrivo dei romani. Tuttavia, mentre le altre città vissero la fase di romanizzazione nei costumi e nella politica, Popoli mantenne la sua individualità culturale anche dopo l’estensione della cittadinanza romana a tutti i popoli italici. Dopo la caduta dell’Impero Romano il villaggio fu saccheggiato da Vandali e Saraceni comportando una fase di lenta ricostruzione di cui non abbiamo particolari notizie fino alla fondazione dell’Abbazia di San Clemente a Casauria nel IX sec. d.C. quando il paese di Castiglione a Casauria acquisì le terre limitrofe e quindi il feudo di Popoli. Successivamente all’arrivo dei Longobardi, Ungari e Normanni visse finalmente un favorevole periodo di sviluppo sotto il dominio di Federico II di Svevia. Ma è per la sua posizione strategica che venne definita “la chiave dei Tre Abruzzi” in quanto le sue strade erano favorevoli non solo al traffico di merci ma anche a percorsi transumanti per i pastori, il suo confine infatti era accanto al territorio di Sulmona, Pescara e Chieti. In tempi moderni la città ha dato i natali a Corradino D’Ascanio, ingegnere italiano che inventò il primo prototipo di elicottero moderno e fu il progettista della Vespa Piaggio. Studiò ingegneria in Italia poi si trasferì negli Stati Uniti dove, dopo aver lasciato la società per cui si era trasferito oltremare, decise di fondare una società aeronautica con Ugo D’Annunzio, figlio del grande poeta vate, con l’intento di realizzare un aeroplano con motore di motocicletta Harley Davidson. Il progetto purtroppo non andò a buon fine e D’Ascanio ritornò in Italia dedicandosi ad un’intensa attività di progettazione per l’industria di opere pubbliche e private di Popoli. Continuò a progettare elicotteri ma le due Guerre Mondiali che videro l’affermazione di aeroplani sempre più all’avanguardia fece scemare il suo interesse. Entrò così in contatto con la Piaggio che gli chiese di migliorare un progetto già esistente e fu così che nacque la Vespa e i suoi successivi modelli, compresa l’Ape.
Castiglione a Casauria – Abbazia di San Clemente - Le origini del comune risalgono ad un villaggio romano di cui si hanno poche tracce. È con la occupazione Longobarda che ha origine il suo nome il quale verrà definitivamente utilizzato dopo la fondazione del monastero della Santissima Trinità. Tale monastero è conosciuto attualmente come l’abbazia di San Clemente a Casauria in quanto al suo interno furono conservate le reliquie di Papa Clemente I (il quarto pontefice della Chiesa cattolica) fino a quando furono traslate nella Basilica di San Clemente al Laterano a Roma. La storia dell’abbazia va di pari passo con quella del comune che si vide saccheggiato dai Saraceni e dai Normanni. Nell’Ottocento il monastero, dopo essere passato di proprietario in proprietario venne ridotto a magazzino tanto da cadere in poco tempo in uno stato di rovina tale da essere denunciato dallo stesso Gabriele D’Annunzio in alcuni suoi scritti. Data la sua importanza storica nel 1894 l’abbazia fu dichiarata monumento nazionale italiano, a ciò seguirono importanti restauri che agli inizi del Novecento hanno cercato di riportare al suo splendore questo magnifico complesso. Ergendosi su un territorio sismico, l’edificio conserva su di sé diverse testimonianze dei rifacimenti a seguito dei danni subiti durante i terremoti; purtroppo anche durante il terremoto del 2009 subì gravi danni tanto da comportarne la chiusura e l’ingabbiamento delle opere d’arte. Il restauro che ne conseguì si concluse in breve tempo e 2011 tornò ad essere visitabile.
Scafa – Parco Lavinio - Il nome del comune deriva dal termine “scafa”, una imbarcazione utilizzata durante il passaggio sul fiume Pescara. In epoca romana era chiamata “Ceio” ed era un centro termale molto conosciuto nonché punto importante per scambi commerciali data la sua vicinanza al fiume Lavino (affluente del fiume Pescara). A seguito delle invasioni barbariche il centro fu distrutto e la sua ricostruzione medievale avvenne sui resti della stessa variando però il nome in “Zapino”. Nei secoli costituì un feudo unico con il centro di San Valentino in Abruzzo Citeriore tanto da essere considerata sua frazione sin in tempi moderni, solo nel 1948 ottenne la sua autonomia amministrativa. Luogo interessante da visitare, in questo piccolo centro dai recenti natali, è il Parco territoriale attrezzato delle Sorgenti sulfuree del Lavinio. Si tratta di un’area naturale protetta istituita nel 1987 ed attualmente gestita da Legambiente. L’area ospita diverse specie faunistiche, ittiche e vegetali e si estende lungo parte del percorso del fiume Lavinio che ha origini nella zona settentrionale del massiccio montuoso della Majella. Un territorio molto suggestivo grazie alla presenza di piccoli laghetti che, per l’esistenza di particolari alghe e solfati, assumono colorazioni che vanno dal turchese all’azzurro. La zona è priva di recinzione quindi senza vincoli di orari o di ingressi, ed all’ingresso del parco è possibile usufruire di un’area attrezzata con strutture per picnic e giochi per bambini
Chieti - Secondo la leggenda fu l’eroe omerico Achille a fondare la città chiamandola Teate in onore di sua madre, la ninfa Teti. L’immagine dell’eroe greco non resta solo nella leggenda ma appare anche sullo stemma del comune. Verosimilmente la città fu fondata da una generica popolazione greca che dedicò alla ninfa il centro da loro scelto per stanziarsi. Durante l’epoca romana fu capoluogo dei Marrucini, una popolazione italica che occupava queste terre, prendendo proprio il nome di “Teate Marrucinorum”. Ancora oggi sono visibili i resti del Teatro Romano, un complesso di edifici sacri ed infine la cisterna delle antiche Terme. Durante le invasioni barbariche fu distrutta da Visigoti ed Eruli ma visse un favorevole periodo di splendore prima con gli Angioini e successivamente con gli Aragonesi. Quest’ultimi la intitolarono città regia e capoluogo degli Abruzzi con la conseguenza di poter realizzare una moneta propria. Oggi la città conserva ancora tutta la sua bellezza medievale nel centro storico ma passeggiando tra i vicoli è possibile ammirare anche architetture di diverse epoche, ad esempio i giardini dell’ottocentesca villa comunale, la porta Pescara (quel che rimane dell’originaria cinta muraria eretta nel Duecento), la Cattedrale di San Giustino (che oltre alla cripta romanico-gotica conserva opere d’arte settecentesche) e diversi palazzi nobiliari del Seicento e Settecento.
Francavilla al Mare – Convento Michetti - La città è da considerarsi il punto di partenza della Via dei Trabocchi, fu fondata in epoca medievale da una popolazione per lo più di contadini e pescatori e la sua struttura urbanistica si basò sulla tipica pianta a spina di pesce, circondata da una cinta muraria difensiva con tre porte d’accesso e dodici torri. Purtroppo, nel Trecento non solo la peste nera colpì anche questo comune che vide decimare la sua popolazione ma dovette subire anche saccheggi e razzie da parte di alcune armate francesi e tedesche. Nel Quattrocento ci fu un ripopolamento del luogo a seguito di una colonia di albanesi fuggiti dalla loro terra perché occupata dagli ottomani. È di questo periodo l’edificazione della chiesa di Santa Maria della Croce, la più antica del comune ancora esistente. In epoca moderna è impossibile non rammentare l’importante circolo culturale fondato dall’artista Francesco Paolo Michetti, noto pittore abruzzese di matrice impressionista. Nel 1885 infatti egli acquistò il convento di Sant’Antonio e Santa Maria del Gesù chiamato comunemente il “conventino”, un luogo che diventò non solo la sua abitazione ma anche punto di ritrovo e alloggio per artisti, letterati, musicisti e intellettuali abruzzesi. Il clima culturale florido che si respirava nel “cenacolo michettiano” favorì la creazione di molte opere d’arte tra cui “Il piacere” di D’Annunzio. Oggi la struttura continua ad essere proprietà privata dei discendenti di Michetti ma una parte dell’edificio ospita un’esposizione di opere dell’artista accessibile solo su prenotazione
Via Dei Trabocchi - La famosa via dei trabocchi è un tratto di costa adriatica che è caratterizzata dalla diffusa presenza di trabocchi, ovvero delle antiche macchine da pesca su palafitta. I trabocchi furono costruiti intorno al VIII secolo d.C. e consentivano di raggiungere il mare più profondo e poter pescare senza la necessità di imbarcazioni. Alcuni trabocchi ad uso privato vennero ereditati ed oggi c’è chi li ha trasformati in originalissimi ristornati, altri ancora sono stati abbandonati e sono crollati con le mareggiate. I comuni che fanno parte di questo lungo percorso sono otto: Ortona, San Vito Chetino, Rocca San Giovanni, Fossacesia, Torino di Sangro, Casalbordino, Vasto e San Salvo. I trabocchi attualmente ancora visibili sono ventiquattro.
San Vito Chietino – Eremo Dannunziano - Il comune, definito da D’Annunzio “il paese delle ginestre”, si trova su uno sperone roccioso da cui si può ammirare da un lato la costa adriatica e dall’altro il massiccio della Majella. La sua origine risale all’epoca romana e grazie alla sua posizione strategica sul mare fu fondamentale per i collegamenti dell’impero oltre il mare Adriatico. Dopo la caduta dell’Impero Romano fu occupata dai Goti, dai Bizantini, dai Longobardi ed infine dai Normanni. Quest’ultimi non godettero delle vantaggiose possibilità offerte dal porto quindi lo abbandonarono facendolo cadere in un lento declino. La rinascita avvenne nel Quattrocento in particolar modo nel periodo aragonese che lo vide nuovamente protagonista di commerci marittimi. Purtroppo, il passaggio del feudo come proprietà da una signoria all’altra fece decadere nuovamente il porto. La costa di San Vito Chietino ospita non solo il famoso trabocco di “Punta Turchino” (il più antico tra quelli esistenti, che fu descritto da Gabriele D’Annunzio nel suo romanzo “Il trionfo della morte”) ma anche il casolare che ospitò il poeta vate, il celebre Eremo Dannunziano, chiamato anche Eremo di San Vito. Oggi la storica struttura è divenuta residenza privata ma può essere ugualmente visitata nel periodo estivo, solo su richiesta.
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